Chi dice le cose al contrario di quello che comunemente pensa la gente, subito viene preso per un visionario, illuso, stravagante, se non pazzo.
Eppure Gesù, proprio di fronte ai discepoli che discutevano tra loro chi era il più grande, ha detto:«Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti ed il servo di tutti» e « chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».
É veramente un discorso duro da capire. É il rovescio della medaglia, l'opposto della mentalità comune che considera «grandi» coloro che sono al primo posto nella società, coloro che sono riusciti ad essere superiori agli altri per i soldi o per autorità, o coloro che si fanno servire in mille modi, che non hanno niente e nessuno da temere. La mentalità comune invidia queste persone e vorrebbe essere al loro posto.
Il vangelo ci butta addosso ... essere l'ultimo di tutti e il servo di tutti ... se vorrai essere il più grande ... ma è un vestito che ci sta stretto !
Ma bisogna stare attenti: essere «servo e ultimo» non significa schiacciare tutti i miei desideri, nascondere i miei doni, le mie capacità. Il Signore piuttosto vuole che si mettano a frutto i talenti che abbiamo, con entusiasmo ed impegno, riconoscendo con umiltà che le nostre capacità, sono, sì, il frutto della nostra fatica, ma che tutto ci viene da Dio. La nostra abilità, la nostra forza, la nostra fantasia, le capacità artistiche o imprenditoriali sono un dono di Dio; un dono che Dio ha fatto a noi perché noi lo mettessimo a disposizione degli altri con uno spirito di servizio.
É chiaro l'esempio di Gesù.
Dice san Paolo:«Gesù, che era Dio, non tenne gelosamente per sé la sua uguaglianza con Dio; spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo. Umiliò se stesso ... » Gesù si è umiliato, è diventato l'ultimo al punto di essere considerato al di sotto di un delinquente: la folla ha infatti preferito la libertà di Barabba e la morte per Gesù.
«Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome accoglie me ... »
É questo un gesto concreto e difficile che il Signore ci chiede: accogliere Lui e Dio, suo Padre, non nelle persone, cosiddette di riguardo, ma nei bambini, nei semplici, nei poveri, in chi non può ricambiare con favori la nostra accoglienza.
Pensiamoci durante il nostro lavoro ... che in gran parte si rivolge ai bambini.
Chi sono per noi i bambini, soltanto dei clienti? o dei mezzi che fanno arrivare fino a noi i genitori o i nonni? E i nostri bambini ...
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